Storia
Le sue origini sono antiche e nascono nella regione (prefettura secondo la geografia nipponica) di Akita, situata nella parte settentrionale dell’Isola di Honshu. Il suo nome significa Cane (inu) di Akita come può essere definito il Cane da Pastore tedesco o altro simile,
col tempo la parola cane (inu)è stata quasi eliminata così da definire la razza solo Akita.
Scavi archeologici effettuati nell’Isola portarono alla luce scheletri e graffiti quasi completi di cani molto simili all’Akita con date a risalire al 3000 a.C. Tra quelli che sembrano essere stati i suoi antenati più importanti vi è il Matagi inu che viveva nell’ VIII secolo tra le montagne di Odate e veniva utilizzato sopratutto per la caccia all’orso e al cinghiale. La storia più recente risale all’era Edo(1616-1868), periodo in cui vennero scoperte ad Odate molte miniere d’oro e l’Akita da cacciatore dovette trasformarsi in guardiano vigile e sicuro. Nelle epoche a seguire molte furono le sue mansioni, divenne il cane della nobiltà, e ad alcuni soggetti venivano riservati appartamenti privati con domestici al loro servizio. Inoltre alla razza venne attribuito il privilegio di partecipare alle cerimonie religiose e di presenziare alle manifestazioni ufficiali.
Divenne simbolo riconosciuto di fortuna e salute.
Ma purtroppo i periodi non furono sempre rosei con il diffondersi dei combattimenti tra cani il coraggio dell’Akita venne incrociato con la forza di cani più imponenti, molossoidi provenienti dall’occidente, andando così a trasformarlo. In seguito un epidemia di rabbia decimo gran parte di esemplari. Nel 1920 quando decisero di curarsi nuovamente della razza, una commissione esamino i soggetti rimasti, ma non vi trovò la purezza cercata. Iniziò allora la sua cura e il suo recupero, nel 1931 il governo Giapponese incluse l’Akita ed altri cani autoctoni tra i tesori nazionali e il suo nome diventò ufficiale e definitivo.
Non molto tempo dopo, la proclamazione di “Tesoro Naturale” un altro periodo buio sarebbe iniziato,
con la seconda guerra mondiale gli Akita furono quasi sterminati per utilizzare la loro carne come cibo e la loro pelliccia per la produzione di caldi indumenti. Se ne salvarono solo alcuni opportunamente nascosti dai loro proprietari nelle campagne.
Nella prima manifestazione cinofila del dopo guerra nell’aprile del 1948 all’Akita show parteciparono alcuni dei soggetti sopravvissuti, si erano create due linee definite una pura (Ichinoseki*) e l’altra nata dai meticciamenti ( *Dewa). Alcuni di questi ultimi furono importati dai soldati americani definendo così l’allevamento negli Stati Uniti della razza oggi riconosciuta di recente nei paesi della FCI come Akita Americano.
Mentre in Giappone, iniziò l’accurato recupero della razza ritenuta pura sino ai cani odierni.
CURIOSITA’
Un Akita di nome Hachiko vissuto negli anni 20 in Giappone è stato protagonista di una storia unica.
Ogni mattina il professore Ueno dell’Università di Tokyo si recava alla stazione di Shibuya per prendere il treno che lo portava al lavoro e il suo cane lo accompagnava.
Tutte le sere il cane tornava alla stazione ad accogliere il suo padrone che rientrava a casa.
Ma una sera il professore Ueno non tornò, era morto per un attacco di cuore all’università.
Hachiko, che aveva allora 18 mesi, come tutte le sere lo aspettò alla stazione ma inutilmente. Fu così affidato a dei parenti, per 10 anni, puntualmente, ogni giorno continuò ad andare ad aspettare il suo padrone alla stazione finché morì di vecchiaia.
Presso l’entrata della stazione di Shibuya è stata eretta una statua in sua memoria ed un’altra è stata posta all’entrata della stazione di Odate